FINORA SPESI TRE MILIONI E MEZZO PER ADEGUARE IL COMUNALE. CHE RESTA "MATUSA”
E INTANTO DIMINUISCONO I FONDI STANZIATI DALLA REGIONE PER ULTIMARE IL CASALENO
articolo di Asterux ( http://www.quionline.it/news.asp?id=63 )
Caro, caro pallone. Frosinone e i suoi cittadini, ancora inebriati dalla bellissima promozione in serie B, hanno (e stanno) tuttora pagando a caro prezzo l’adeguamento del vecchio e glorioso stadio Matusa.
I lavori dettati dall’estrema necessità di far disputare in casa le partite dei canarini in questo prestigioso campionato, hanno visto l’amministrazione comunale spendere milioni di euro per adeguare l’impianto.
Alla fine, complessivamente, i lavori allo stadio Comunale sono costati tre milioni e mezzo di euro, la bellezza di quasi sette miliardi delle vecchie lire.
Una cifra considerevole che, però, non ha determinato nemmeno la risoluzione dei tanti problemi legati all’agibilità.
Tanto è vero che il Matusa ha ottenuto solo un’agibilità provvisoria dalla commissione provinciale di vigilanza sia a settembre 2006, poco prima dell’inizio del campionato, sia a dicembre dello stesso anno, quando si è provveduto a concederla fino al mese di aprile 2007.
E ad aprile il problema, quindi, tornerà di attualità.
Mancano alcune opere di completamento come, ad esempio, le reti di recinzione esterne nel settore ospiti e l’impianto antincendio che l’amministrazione ha evitato di realizzare per non spendere altri soldi (circa 500.000 euro) in vista del futuro stadio Casaleno.
“Non intendiamo investire altro denaro visto che vogliamo realizzare il nuovo impianto al Casaleno”, ha più volte spiegato l’assessore alle grandi opere pubbliche DANILO GIACCARI.
Oltretutto in questi giorni sulla stampa locale è emersa la volontà da parte della società di calcio di far disputare l’incontro con la Juventus, in programma il 21 marzo, allo stadio Flaminio di Roma.
Il “Matusa” sarebbe, infatti, troppo piccolo per soddisfare le numerose richieste e troppo insicuro secondo alcuni per far giocare una gara di questo rilievo.
E così lo stesso presidente del Frosinone calcio, Maurizio Stirpe, ha di recente minacciato di lasciare la società nel 2008 se lo stadio Casaleno in quella data non sarà pronto. Si è fatto tanto, insomma, per non far nulla.
Già, proprio quello stadio Casaleno, dove è previsto un project financing da affidare in gestione ai privati ma con l’intervento di soldi pubblici ed è in programma anche uno sviluppo immobiliare là dove oggi c’è il Matusa.
Un intreccio complicato tra pubblico e privato, con l’intervento pubblico della Regione Lazio voluto per ridurre le cubature di questi immobili che gli imprenditori-promotori Arnaldo Zeppieri e Maurizio Stirpe sono pronti a realizzare.
La Regione Lazio ha stanziato la scorsa estate dieci milioni di euro per completare questo stadio.
Di questi, tre e mezzo sono stati dirottati per l’adeguamento del Matusa.
Ad oggi l’amministrazione comunale, che ha anticipato l’intera somma di spesa, ha visto rientrare dalle casse regionali solo un milione di euro e anche con un forte ritardo (il bonifico è arrivato solo a dicembre) che ha determinato la necessità di operare variazioni di bilancio e tagli consistenti ai vari assessorati per far riequilibrare i conti.
Conclusione: ad essere penalizzati sono stati tutti i cittadini che si sono visti tagliare manifestazioni, eventi e anche una più capillare manutenzione su tutto ciò che è di competenza comunale.
Su quello che si poteva fare e non si è fatto è inutile soffermarsi perché se l’amministrazione fosse stata in grado di avviare per tempo i lavori al Casaleno (è dal 1979 che quel progetto è in piedi!) a questo punto, con molti soldi in meno, la città sarebbe dotata di uno stadio vero.
C’è poi da verificare quanto di quelle opere realizzate al Matusa potranno essere recuperate nel futuro stadio Casaleno. Secondo la relazione dell’architetto Roberto Buccione, progettista dei lavori di adeguamento allo stadio, solo un milione e 200.000 euro di opere potrebbero essere riutilizzate, cioè il 43% dei materiali installati.
Le recinzioni, il gruppo elettrogeno, i fari, i seggiolini, i box prefabbricati, le reti paraoggetti, il materiale in plexiglas, gli arredi e la segnaletica potranno essere trasferiti, salvo danneggiamenti o rottura per usura, nel nuovo stadio.
Soltanto in parte potranno essere recuperate la video-sorveglianza, l’illuminazione, gli impianti elettrici e di condizionamento e le contro-soffittature.
Di sicuro i soldi spesi per l’affitto delle tribune (distinti, curva nord e curva sud) e le somme ingenti spese per la manodopera e per i lavori svolti non potranno essere recuperati.
Quanto ciò andrà ad incidere nella realizzazione di uno stadio nuovo il cui progetto deve essere ancora realizzato?
I sei milioni e mezzo restanti nel finanziamento regionale sommati al milione e due che, in teoria, si può recuperare, basteranno per ultimare il Casaleno?
Considerato poi che i tempi e i costi sono destinati ad aumentare il rischio, più che concreto, è che i privati che andranno a realizzare il futuro stadio potrebbero non avere i fondi sufficienti. Così l’unica via di uscita potrebbe essere un nuovo aumento di cubature per compensare un eventuale maggiore investimento da parte dei privati proprio sul Casaleno.
Intanto, però, tale pratica è in una fase di stallo.
La gara d’appalto è ancora bloccata e di sicuro anche per la prossima stagione calcistica il Frosinone calcio e il suo passionale pubblico continueranno ad usufruire del vecchio Matusa.
Lo stesso sindaco Marzi ha ribadito come, proprio il finanziamento regionale, abbia allungato di molto i tempi di realizzazione dell’opera.
Intanto si continua ad aspettare. Che sia necessario andare in serie A per accelerare la pratica Casaleno?
La società del Frosinone calcio, dagli acquisti in corso, sembra orientata a potenziare la squadra. Certo è che se la necessità impellente della serie B non avesse costretto l’amministrazione a correre ai ripari per adeguare il vecchio e fatiscente Matusa a quest’ora tutto sarebbe drammaticamente fermo.
E allora i tifosi ma anche i cittadini stanchi, di veder sperperare il denaro pubblico, non possono far altro che sperare in un altro salto di categoria.
Più passa il tempo e più soldi necessiteranno per completare il Casaleno, una cattedrale nel deserto, che attende da decenni un’ultimazione mai avvenuta.
Una vergogna senza fine per una città che meriterebbe ben altro da chi la amministra.
LO STADIO A PEZZI
Nuove recinzioni 246.000
Videosorveglianza 188.000
Gruppo elettrogeno 54.000
Adeguamento illuminazione 312.000
Demolizioni 263.000
Smontaggio cupola unitalsi 35.000
Fondazione tribuna nord/distinti 185.000
Fondazione tribuna sud 113.000
Messa a terra 4.000
Impianto fonico 8.500
Noleggio tribune 546.000
Adeguamento campo 24.000
Potenziamento 13.000
Illuminazione esterna 138.000
Acquisto box 144.000
Fondazioni box 17.000
Opere in ferro 147.000
Adeguamento tribuna centrale 18.000
Opere in legno 21.000
Ad. rec.campo in mat. acrilico 220.000
Pavimentazione aree di risulta 138.000
Cordoli in cem.armato 16.000
Altre recinzioni 49.000
Reti para oggetti 51.000
Reti protezione passagi tribune 54.000
Allacci fognature 24.000
Tinteggiature e controsoffitti 76.000
Allacci e forniture sala stampa 26.000
Condizionamento sala stampa 17.000
Fornitura seggiolini 22.000
Aumento potenza Enel 13.000
Giardinaggio 28.000
Fornitura arredi 11.000
Segnaletica 1.500
Cavidotti 75.500
Adegiamento imp. post. stampa 22.800
Locali sottotribuna 43.800
Operai in economia 3.500
Smaltimento prefabbricati tribuna 8.400
Pulizie 39.600
Compl. rete protez. curva sud 28.400
TOTALE 3.445.000
Fonte: http://www.quionline.it/news.asp?id=63
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